I rider diventano lavoratori subordinati
Il 9 dicembre la Commissione Europea ha approvato una proposta di direttiva finalizzata al miglioramento delle condizioni di lavoro tramite piattaforma.
Più precisamente, gli obiettivi esplicitati dalla direttiva sono tre:
- innanzitutto, garantire ai lavoratori delle piattaforme digitali la corretta qualificazione giuridica del rapporto
- in secondo luogo, garantire che la gestione del lavoro tramite l’algoritmo della piattaforma avvenga in maniera trasparente, anche con riferimento ai dati personali trattati
- infine, la Commissione punta al miglioramento della trasparenza, della tracciabilità e della consapevolezza degli sviluppi nel lavoro sulle piattaforme.
Qualora la direttiva fosse approvata da Consiglio e Parlamento, gli Stati Membri saranno obbligati a darle attuazione all’interno dei loro ordinamenti: secondo la Commissione, per effetto della direttiva tra 1,7 e 4 milioni di lavoratori in tutta Europa si vedranno riqualificare come subordinati, con la possibilità di accedere alle corrispondenti tutele.
Per quanto riguarda la qualificazione del rapporto, in particolare, la Direttiva individua cinque condizioni indicative della subordinazione:
- determinazione del livello di remunerazione o della fissazione di limiti massimi
- vigilanza sul lavoro mediante mezzi elettronici
- limitazione, da parte dell'azienda, della libertà di scelta dell'orario di lavoro, dei periodi di assenza, della possibilità di accettare o rifiutare incarichi o avvalersi di subappaltatori o sostituti
- sussistenza di norme vincolanti circa l'aspetto o il comportamento nei confronti dei clienti
- previsione di limiti alla possibilità di creare una base di clienti o eseguire lavori per terzi.
Al ricorrere di almeno due delle citate condizioni, si produrrà una presunzione semplice di subordinazione, che spetterà eventualmente all’ipotetico datore di lavoro superare, fornendo prova dell’autonomia del rapporto.

